Proprio oggi, 10 gennaio 2024, si celebrano i 100 anni dalla nascita di Edoardo Chillida Juantegui. Non tutti sanno che il famoso scultore basco scomparso il 19 agosto 2002, prima di diventare un artista giocasse a calcio come portiere. Edoardo adorava la sua città natale San Sebastian, il calcio e naturalmente la Real Sociedad di cui non si perdeva una partita. Debuttò con la Real a 18 anni, correva la stagione 42/43, la stessa in cui suo padre Pedro divenne presidente del club, e fece subito grande impressione. Quattordici le partite con la maglia txuriurdin, che misero il risalto le grandi doti di portiere. Il Real Madrid si interessò a lui, ma un bruttissimo infortunio al ginocchio durante un match contro il Real Valladolid, stroncò sul nascere la sua promettente carriera di calciatore. Fu un duro colpo per il giovane Chillida. Ma quando si chiude una porta se ne apre un’altra. Nel 1943 s’iscrive ad architettura, ma pochi anni dopo si trasferisce a Parigi per studiare scultura. Nel 1951 torna a San Sebastian dove mette su famiglia e si dedica completamene al lavoro di scultore. Chillida realizza Ilarik, la sua prima opera in ferro, materia questa che poi utilizzerà in tutti i suoi lavori. Per Chillida il campo di calcio è una superficie bidimensionale dove il pallone deve entrare in una porta o l’altra. L’area di rigore è uno spazio tridimensionale, una sorta di ‘angolo diedro’, dove il portiere, attraverso una serie d’intuizioni spazio-temporali molto rapide, condiziona la sorte del gioco. Chillida applicava lo stesso principio nella scultura come spiegò durante un’intervista. Una volta fu anche incaricato dalla Real Sociedad di realizzare una serie di fregi per ornare il mercato di Atocha, ma sfortunamente a causa del trasporto, all’epoca Chillida lavorava a Parigi, le sculture arrivarono danneggiate. Nonostante questo, il suo rapporto con la Real è rimasto sempre molto solido, soprattutto con quella incredibile degli anni ‘80. Sto parlando dell’epoca di Arconada. Quella dei due campionati vinti. Il rapporto tra i due fu molto intenso. Nella sua carriera di calciatore Eduardo Chillida disputò 14 partite, e fu uno dei protagonisti della promozione della squadra basca dalla Segunda alla Primera division. Nell’ultima fase della vita, il proprio Chillida fondò il Museo Chillida-Leku, inaugurato nell’anno 2000 nella fattoria di Zabalaga (nel comune di Hernani, nei pressi di San Sebastián), una bella fattoria del XVI secolo, in stile tipicamente basco, sede di un antico allevamento di cavalli, alla cui ristrutturazione Chillida lavorò come se si fosse trattato di una scultura. Zabalaga è circondata da un grande giardino che oggi ospita quella che probabilmente è la maggiore collezione di opere dell’artista. È lì dove è possibile ammirare all’aperto gran parte delle opere di Chillida, in una atmosfera magica. Per omaggiare Chillida come sculture, donostiarra, realzale ma soprattutto come portiere, non sarebbe male realizzare, come proposto dagli amici di atotxa.org, una maglia celebrativa come quella che indossava lo scultore donostiarra.
Zorionak Eduardo eta aupa la Real!




